Intervista del 6 dicembre 2008
Dott.ssa Angela Sosto, com’è consuetudine per i nostri intervistati, si presenti ai visitatori di strianomavero.itAngela Sosto – Sono nata e cresciuta a Striano e qui “morirò”, perché sono fondamentalmente molto legata al mio paese che non lascerei per nulla al mondo. Ho quarantacinque anni, sono una libera professionista, commercialista, sposata e mamma di due bambini che sono la parte più importante della mia vita, la parte attraverso cui vedere i risultati. In sintesi posso considerarmi una persona felice e serena.
S – Come intenderebbe sfruttare, per la prima volta la possibilità di rivolgersi pubblicamente a tutti i suoi concittadini?
AS – A Striano c’è bisogno di cambiamento. Vorrei che i cittadini di Striano trovassero la forza di cambiare le cose. Innanzitutto cambiare la mentalità, perché siamo un poco arretrati sotto questo aspetto; penso al fatto di essere ancorati a vecchie logiche e vecchi sistemi che ci hanno condotto all’attuale stato di cose.Discutiamo ad esempio della situazione politica, il nostro comune è commissariato, questa è una esperienza importate per Striano e per i cittadini, perché avranno e avremo modo di renderci conto cosa significhi essere “commissariati”. In sostanza tutti i nostri soldi vanno ai commissari, ai consulenti dei commissari, mentre erano soldi che dovevano restare nell’ambito del nostro paese. Per esempio: se vogliamo utilizzare la sala consiliare dobbiamo pagare, così come si deve pagare per utilizzare le sale del centro sociale. Io faccio parte dell’AGE, che e’ una associazione di genitori: all’interno del centro sociale abbiamo una stanza che adesso siamo costretti a condividere con altre associazioni ed a pagare, mentre le onlus non dovrebbero pagare. Questa regolamentazione e’ stata apportata dal commissario, immagino che se avessimo avuto una amministrazione locale, avrebbe avuto un occhio di riguardo per gli strianesi, per la crescita sociale, culturale del paese. Imporre il pagamento di un fitto annuo, significa non far nascere le associazioni, o ridurre il numero delle stesse, perché non tutti possono permettersi di pagare.
S – Se le dicessimo che siamo venuti da lei a dibattere del cenone di natale nelle case degli strianesi, come la prenderebbe?
AS. – Mi farei una risata. In un periodo di crisi parlare di cibo, quando c’è tanta fame, è un argomento che non vorrei trattare.
S – La precedente domanda provocatoria ha una sua motivazione. Ritengo la maggior parte delle donne a Striano distanti dalla quotidianeità, che non sia rappresentata dai figli, dalla casa e dalla TV; distanti dalla cose dei grandi, distanti dalle stanze dei bottoni. Ritiene questa una fotografia reale?
AS – No, assolutamente no! Questo e’ uno dei vecchi schemi di cui ti parlavo. Innanzitutto, non so delle altre, ma io non guardo la televisione, o meglio la guardo raramente e soltanto alcuni programmi. Non e’ vero che le donne sono così legate ai fornelli o alle telenovelas, forse c’è’ una piccola parte di donne che è associabile a vecchi schemi, ma perchè sono donne prive di interessi. La donna quando fa solo la mamma, è come se le mancasse qualcosa. Una mamma viene “assorbita” totalmente dai bambini quando questi sono piccoli; poi i figli crescono, cominciano ad avere la loro vita e di conseguenza sono meno presenti in casa. A questo punto la donna comincia a sentirsi sola ed ha bisogno di altre cose, quindi se ha avuto la possibilità di crearsi anche degli spazi lavorativi oppure altri interessi, continua su questa strada, altrimenti si lega a cose banali per colmare un senso di vuoto o magari di abbandono che si prova quando i figli divengono più grandi. Una donna per essere completa ha bisogno di essere mamma e di avere altri interessi, soprattutto di lavorare. Se vogliamo fare riferimento poi alle” stanze dei bottoni”, allora e’ semplice constatare che donne non ve ne sono. Tranne qualche piccola parentesi come l’amministrazione Boccia, cosa c’è da ricordare? Ma non solo in politica, anche in altri settori di donne ce ne sono pochissime, un po’ perchè le donne stesse non vogliono. Striano e’ un paese molto particolare, dove facilmente si critica, cioè molte persone hanno una certa facilità a giudicare gli altri, senza essere a conoscenza di situazioni specifiche. In questa situazione, per una donna è ancora più difficile, rispetto ad un uomo, mettersi in discussione e soprattutto in posti pubblici. Questa situazione è amplificata dal fatto che molti uomini preferiscono tenere le donne in casa perché si vuole parlare delle donne degli altri, ma non delle proprie. Io sono stata fortunata ad avere un marito con il quale e’ stato semplice dare importanza alle reciproche dimensioni.
S – Lei è stata particolarmente vicina alla giunta Del Giudice, contribuendo fattivamente alla sua crescita ed organizzazione; cosa è cambiato e perchè le vostre strade oggi si sono separate?
AS – Perché le nostre strade si sono divise? Antonio è stato prima di tutto un mio allievo e lo ricordo all’esame di maturità. Le nostre strade si sono divise politicamente perchè condizionate da scelte politiche. Ideologicamente siamo stati sempre diversi, lui fondamentalmente è sempre stato di destra o di centro destra. Finchè lui si manteneva al centro ci poteva essere una possibilità di incontro, ma nel momento in cui lui è andato a destra, come dicevo, le nostre strade si sono divise.
S – Quindi lei preferisce stare al centro, lì dove le acque sono più tranquille.
AS – Io non sto al centro, io sono di sinistra. Cioè io da sinistra posso spostarmi al centro per cercare il dialogo, ma a destra non andrò mai!
S – – Evidentemente lei è una delle poche persone che hanno ben chiaro lo stato di salute delle casse del comune di Striano. Ci può illustrare come un amministratore deve tener conto degli aspetti economici dei comuni che sono sempre più lasciati in balia, direi, delle proprie competenze e delle proprie potenzialità.
AS – Io ho ricoperto incarichi diversi nel corso degli anni: sono stata revisore per sei anni, poi ho ricevuto altri incarichi come componente del nucleo di valutazione ed incarichi nel controllo di gestione; comunque un occhio al bilancio del comune l’ho sempre dato essendo il mio settore. Il problema non è relativo al comune di Striano ma di tutte le piccole realtà locali, nel senso che le risorse sono poche e lo stato tende a trasferire sempre meno risorse ed a delegare sempre più compiti e funzioni ai comuni. Purtroppo il comune non ha capacità di autofinanziamento. Cominciamo ad analizzare quelle che sono le entrate del comune : prima il comune aveva l’ICI che era l’unica entrata che poteva essere utilizzata per qualsiasi tipo di finalità, mentre altre entrate sono destinate a coprire altre spese, oppure alcune entrate non riescono a coprire totalmente il servizio che il comune presta. Ad esempio per la TARSU, che è’ un servizio a domanda individuale, la tariffa che stabilisce il comune, non copre le spese per garantire il servizio stesso, ma il cittadino contribuisce ad una parte della copertura, un’altra parte deve coprirla il comune, anche se la tendenza è la copertura totale del servizio, cioè il cittadino dovrà pagare il cento per cento del servizio. Altre entrate per un comune sono le imposte pubblicitarie oppure le entrate patrimoniali come ad esempio l’acqua, ma anche in quest’ultimo caso, non si riesce a coprire totalmente il servizio fornito.
S – In virtù di questa situazione, quanto è importante che chi amministra abbia competenza e sappia agire con cognizione di causa?
AS – Oggi non è più possibile improvvisarsi amministratori, Per amministrare un ente ci vogliono assolutamente delle competenze perché è la materia che si va a trattare che lo richiede. Le decisioni che devono essere prese, le scelte che devono essere fatte presuppongono conoscenze specifiche. Chi amministra si può affidare certamente ai dirigenti che lavorano all’interno dell’ente, che hanno tanta esperienza. Tuttavia per raggiungere degli obbiettivi è necessario avere una programmazione. Collaborando con diverse amministrazioni ho notato che questo è una cosa che è mancata a tutte. Non si programma ne tanto meno si rispettano i programmi elettorali. Chi intende amministrare la cosa pubblica e decide di candidarsi, deve avere le idee chiare, esplicitando le proprie intenzioni e tutto ciò che viene fatto nell’arco dei cinque anni deve avere quell’unico obbiettivo. Questo però non accade perché i programmi elettorali sono tutti uguali e in essi si dicono sempre le stesse cose. Si presentano programmi elettorali utopistici perché chi fa un programma elettorale non si rende conto di quelle che sono le risorse del comune, quindi c’è una difficoltà nel mettere in atto quello che si e’ programmato perchè le risorse dell’ente non lo consentono.
S – Com’è ormai risaputo, tantissimi comuni hanno fatto ricorso a prodotti derivati, nati da quella finanza creativa che oggi ci tiene appesi ad un filo. Qual è la situazione di Striano, rispetto a questa questione?
AS – Questo tipo di discorso a Striano non è stato mai fatto. Sono prodotti che a Striano non sono mai arrivati, anche perchè la ragioniera è di vecchio stampo quindi non si è ’ fatta mai entusiasmare da questa finanza creativa. Al massimo possiamo avere i classici indebitamenti con la Cassa Depositi e Prestiti. Il comune di Striano, fondamentalmente è un comune solido; ha problemi di cassa, problema relativo a tutti gli enti; purtroppo il comune si trova a dover affrontare delle spese e magari a non avere la liquidità necessaria e quindi si ritrova a ricorrere a quei fondi a destinazione vincolata che hanno tanto fatto scrivere gli ex consiglieri comunali.
S – Valutando lo stato attuale delle cose a livello globale, non posso far a meno di ricordare l’affermazione della dott.ssa Caterina Coppola, la quale anche se in modo velato, ci mise in guardia per gli eventi di profilo economico, che si verificheranno nel prossimo anno. “ Il 2009, sarà un anno di assoluta difficoltà ”. Lei cose ne pensa?
AS – Che la crisi c’è , io lo vedo, ed è la prima volta che posso constatarlo. La crisi si evidenzia maggiormente quando si verifica un calo dei consumi alimentari. Questo posso affermarlo, perché tra i miei assistiti ci sono molte imprese che vendono generi alimentari; quest’anno i loro volumi di affari si sono effettivamente ridotti di un trenta per cento. Un mio assistito mi ha confermato che c’è stato un periodo in cui in una settimana ha venduto soltanto latte, pane e pasta, cioè generi di prima necessità . Dalla mia esperienza ventennale, ogni volta che ho sentito parlare di crisi, questa non ha mai riguardato il settore alimentare, anzi, quanto piuù accusavano la crisi gli altri settori, tanto più tirava il settore alimentare. Adesso invece i soldi davvero non ci sono e si incomincia anche a tagliare sui generi di prima necessità . Penso comunque che il fondo l’abbiamo già toccato; adesso credo nella risalita. Anche l’elezione di questo nuovo presidente, mi riferisco a Barack Obama mi da fiducia, perché a differenza degli altri lo vedo meno legato alle lobby del potere, lo vedo più interessato ai problemi della gente. Da constatare anche che il tasso di disoccupazione che sta interessando gli Stati Uniti è salito al 6% ed erano ben venticinque anni che non si accusava una flessione simile. Quindi loro hanno toccato il fondo e di riflesso abbiamo toccato il fondo tutti, perché è l’economia americana che traina l’economia mondiale.
S – Perché tutti i mercati seguono le vicende di un paese che consuma tre volte rispetto a quanto produce?
AS – Questo non lo so dire. Penso soltanto che ci facciamo facilmente influenzare. La crisi è ’ ancora maggiore perché anche le persone che hanno la possibilità di spendere , si lasciano influenzare bloccando un circuito.
S – Lei, sventolando la bandiera del PD, si candida ad essere una protagonista, direttamente o indirettamente, della prossima campagna elettorale. Perché questa scelta? Ci descrive a quali falde attingono le sue radici nel PD?
AS – La scelta di iscrivermi a questo partito non ha nulla a che vedere con le elezioni. Io non ho mai pensato ad una mia carriera politica a Striano. Forse perché per me è una cosa troppo importante ed è una cosa troppo seria che non deve essere presa così alla leggera. E’ una scelta difficile perchè va fatta con la consapevolezza delle difficoltà che si vanno ad affrontare. La mia scelta è dettata anche da questo sistema bipolare, quindi o si è di destra o di sinistra; non si tratta di un bipolarismo ideologico, è quasi un compromesso, perchè per forza di cose bisogna aggregarsi per raggiungere dei risultati. Alcune idee della sinistra io le condivido, ma talvolta gli uomini che la rappresentano mi deludono, quindi non è semplice identificarsi; se volessimo parlare per assurdo, ognuno dovrebbe avere il suo partito, ma visto che ciò è appunto assurdo, ho pensato di seguire l’idea di un partito che mi permettesse anche di identificarmi nelle persone che lo rappresentano. In certe occasioni bisogna anche conformarsi, visto che non esistono più le persone carismatiche di un tempo che era semplice prendere ad esempio.
S – Visto che lei parla di persone carismatiche : Di Pietro lo ritiene un politico di destra o di sinistra?
AS – Di Pietro è Di Pietro; non è ne di destra ne di sinistra. E’ un istintivo, un impulsivo. E’ un politico che non si rivede in nessuno schieramento.
S – Quindi lei potrebbe sposare la causa Di Pietro?
AS – No! Io a differenza di Di Pietro, ho capito che non si può essere cani sciolti e volere che un gruppo di persone ti seguano. Di Pietro ha tradito la destra ed ha tradito la sinistra; ideologicamente lui sta con Di Pietro e con nessun altro, le sue sono crociate personali. Lui dice delle cose giuste, ma non è possibile fare politica così; dovremmo fare un salto nel passato, ma abbiamo constatato che non è possibile fare politica con troppii partiti.
S – Secondo lei alle ultime elezioni politiche, è stato Berlusconi che ha vinto o Veltroni che ha perso?
AS – Veltroni che ha perso.
S – Secondo lei quante persone, pronte a candidarsi alle prossime amministrative a Striano, la pensano come lei?
AS – Poche persone. Perché pensare di amministrare è una cosa, amministrare realmente è un’altra. La difficoltà non consiste nelle idee, ma nella complessità della macchina amministrativa. Tra il voler fare una cosa ed farla effettivamente, passa un tempo lunghissimo; perché esiste un iter burocratico lungo, esistono una serie di vincoli amministrativi che impediscono la realizzazione delle idee. Quindi non e’ facile operare.
S – E’ più la burocrazia o l’incompetenza che rallenta la realizzazione di idee e progetti?
AS – E’ soprattutto la burocrazia; l’incompetenza può essere colmata con la passione, con la voglia di fare e di documentarsi. Per poter realizzare determinate cose è importante avere dei finanziamenti. Oggi non è più possibile fare politica come una volta, quando un gruppo di persone decidevano di amministrare il paese senza avere nessun riferimento politico. I finanziamenti, secondo una logica sbagliata, arrivano dallo stato e dalle regioni e quindi per poterne godere bisogna seguire una linea politica ed avere riferimenti politici senza i quali non e’ possibile amministrare.
S – Quindi secondo quello che ci sta dicendo, un gruppo di cittadini democraticamente eletto ad amministrare la cosa pubblica, ma che non gode di agganci politici, non sarebbe in grado di amministrare?
AS – Non dico questo, ma a volte per ottenere determinate cose, bisogna percorrere dei canali particolari e quindi è necessario avere dei riferimenti politici. E’ una cosa brutta questa che sto dicendo, ma è l’esperienza che mi fa dire queste cose. Se si entra in certi circuiti è più facile far arrivare delle cose nel proprio paese.
S – A questo punto mi viene da pensare che non è la burocrazia che ferma le cose …
AS – Sono due cose diverse. Ad esempio il mio sogno è quello di avere una villa comunale a Striano, non potendo considerare tale quella attuale. Poter realizzare un progetto del genere comporta una variante al piano regolatore e tantissime altre difficoltà …
S – Questo è vero, ma superati questi ostacoli, sormontabili, se ne presenta un altro insormontabile che è l’aggancio politico; cioè un amministratore può agire bene quanto vuole e nel rispetto di ogni atto burocratico, ma alla fine senza la chiave politica il progetto va in fumo
AS – Si! Burocrazia e volontà politica si devono intrecciare obbligatoriamente. Senza soldi non si cantano messe …Un altro esempio è il degrado in cui si trova il centro di Striano, dove non e’ possibile abbattere e ricostruire, ma soltanto ristrutturare accollandosi spese onerose rischiando di non avere uno stabile totalmente sicuro. Anche questa scelta non è chiaro da cosa sia stata dettata, se da una esigenza realistica o da una volontà politica che ha fatto in modo che si costruisse in periferia per gli interessi di qualcuno. Riflettiamo: Striano è uno dei paesi della zona dove i prezzi delle case sono altissimi; qui è davvero difficile comprare casa. Rispetto a questa cosa ho una mia idea, ma non voglio farmi nemici più di quanti già ne abbia a causa del mio carattere.
S – Se qualcuno le dicesse che l’ invito a partecipare alla creazione del circolo PD sia nato dall’esigenza di rispettare le quote rosa, cosa si sentirebbe di rispondere?
AS – In una prima riunione a cui ho preso parte nella sezione del PD ho dichiarato di essere contraria alle quote rosa e di aver accettato l’invito perchè volevo “esserci”. Mi sono anche proposta per far parte del direttivo del partito.
S – Il PD a Striano ha finalmente un direttivo. Lei che e’ stata una fondatrice, ci illustra le modalità di scelta delle persone? Quale logica è stata attuata? Rinnega totalmente una spartizione di comodo legata alla promiscuità delle sue componenti?
AS – Purtroppo il PD a Striano ha tre anime, anzi diciamo che esistono tre correnti : la “realtà” Margherita, la “realtà” Rinnovamento Democratico e la vecchia sinistra. Presentare una lista di persone che costituissero il direttivo è stata una cosa particolarmente complessa perché si è voluto dare un’ immagine di unità. Ci siamo promessi di metterci alle spalle le vecchie diatribe dei vecchi partiti con l’intenzione di far nascere qualcosa di nuovo e dare vita quindi ad una lista unitaria. C’e’ stato un dibattito circa i criteri che dovevano essere utilizzati per la scelta dei candidati per il direttivo. Sono stati delegate dall’assemblea tre persone, Enzo Coppola, Antonio Argento e Salvatore Albamonte, referenti delle tre anime, che hanno scelto un gruppo di persone che potessero rappresentare questo nuovo partito. I suggerimenti da seguire sono stati : 1) presenza di donne; 2) giovani; 3) cercare di tenere fuori i vecchi del partito. In tutto questo, io non so a quale corrente appartengo, essendomi proposta, ma una cosa e’ certa, non mi considero della corrente di Coppola; questo posso dirlo perché ho lavorato con lui, non ho nulla contro la persona, ma non è il politico di Striano che mi piace di più; ripeto, non per la persona, ma per il tipo di politica che ha fatto e che io non condivido e non ho mai condiviso.
S – Ora che è stato costituito il direttivo del PD locale, ritiene possibile la partecipazione alle prossime elezioni sotto questo simbolo?
AS – Io penso che non ci sia nessun motivo per cui il PD non possa fare una propria lista oppure partecipare ad una lista civica. Non so se all’interno del partito ci sia un numero di persone che vogliano impegnarsi, anche perché ci sarebbe da confrontarsi con la “guerra” dei sindaci; cioè se ognuno vorrà essere il candidato a sindaco credo che sarà abbastanza dura.
S – Quindi … si forma un gruppo di persone, per poi rischiare di vederle in liste diverse ,in vista delle amministrative?
AS – Non so al momento che tipo di scelte si faranno, ma verrà valutata ogni possibilità , magari anche attraverso una commissione. Può anche essere che un gruppo di persone del partito, scelgano una persona non del partito che possa essere sindaco. Non so gli altri cosa pensano, ma credo non ci sia nessuna preclusione. Su questo tema non ci siamo ancora confrontati.
S – Pensa che i vostri concorrenti possano essere rappresentati dal simbolo del PDL?
AS- Potrebbe essere una bella sfida ma non credo. Che io ricordi, a Striano non ci sono mai state liste di partito. Alle amministrative, si guarda più alle persone che al colore politico.
S – In virtù di questa sua affermazione : quanto è condizionato il voto in un paese come Striano?
AS – Il voto non è condizionato solo a Striano, ma ovunque. Io dico che ognuno ha quello che si merita. L’elettore nella cabina elettorale ha un potere enorme e dovrebbe saperlo sfruttare. Quando mette la crocetta sulla scheda, dovrebbe pensare a quello che fa per se, per i propri figli e per il paese.
S – Quindi dovrebbe comportarsi da persona libera. Ma lo e’?
AS – Non sempre. A volte si sfruttano le debolezze delle persone, questo è il vero problema. Non saremo mai uomini liberi, finchè non riusciremo a capire che siamo deboli e che questa nostra debolezza può essere sfruttata. Un genitore pur di vedere sistemato un figlio è capace di tutto. Io non giudico le persone che fanno queste scelte, perché non è possibile giudicare se uno non vive la tragedia della disoccupazione o dell’indigenza economica; icondanno, invece, le persone che approfittano di questa situazione.
S – Da tecnico, ritiene possibile che PD, PDL o una eventuale lista civica vincente, possano trovare “spazio” nel bilancio comunale, da dedicare alle tematiche sociali e culturali?
AS – Un comune come Striano, riesce a fornire e nemmeno bene quelle cose che sono indispensabili. Le risorse sono poche ed è difficile gestirle. Nel bilancio del comune di Striano, l’attenzione per il sociale c’è sempre stata. Sono stati creati dei servizi per i disabili, per gli anziani, per persone che hanno subito forme di violenza. Lo spazio alle problematiche sociali va attribuito compatibilmente con le risorse economiche a disposizione. Se si comincia ad organizzare un discorso completamente diverso, cioè si combatte l’evasione delle imposte, tipo TARSU, ICI, ecc. questi soldi che entrano nelle casse del comune possono essere destinati al paese; invece se ognuno di noi cerca il modo per eludere il tributo, se si ricorre all’amicizia per non pagare, è ovvio che soldi non ce ne saranno mai. Deve cambiare la mentalità delle persone. Il problema è che si considera la cosa pubblica, cosa di nessuno, invece la cosa pubblica siamo noi; tutto quello che noi paghiamo ci ritorna. Adesso che la gestione dei comuni è sempre più simile a quella di una azienda, è bene ragionare in termini di efficienza ed efficacia ed in questo forse qualche carenza c’è .
S – Lei, grazie alla sua professione, ha avuto modo di collaborare con le ultime amministrazioni, partendo dalla dott.ssa Elisa Boccia, passando per l’imprenditore Antonio Del Giudice e terminando con il Cav. Biagio Pellegrino. Come ricorda questa esperienze? Con chi di questi vorrebbe ripetere una collaborazione tra i suoi precedenti sindaci ?
AS – Con l’amministrazione Pellegrino ho lavorato poco vista la durata e non ho avuto modo di vedere il loro operato. Ho lavorato con l’amministrazione Del Giudice , ma posso dire, senza ombra di dubbio che l’amministrazione con cui ho collaborato e che mi ha veramente entusiasmato è stata l’amministrazione Boccia, perché il sindaco Boccia, a dispetto di quanto gli altri dicano, è stata una persona forse un po’ carente nei rapporti umani, perché non aveva quella visibilità e quel modo di porsi che pure aiutano ad amministrare, ma ha fatto bene per il comune di Striano. Nei suoi cinque anni e poi per il mandato successivo, c’e’ stato il famoso risanamento finanziario delle casse comunali. Nel millenovecentonovantasette, quando io ho cominciato la mia esperienza di collaborazione, il comune di Striano, viveva un momento di grossa difficoltà finanziaria, era indebitato fino al collo; era indebitato con l’acquedotto civico di Torre Annunziata per svariate centinaia di milioni, aveva un grosso indebitamento per gli espropri, ad esempio l’esproprio Pisani, aveva una questione da risolvere per la vecchia scuola a via Risorgimento, perché costruita male… e c’erano ancora tante altre situazioni debitorie che nell’arco di sei / sette anni sono state affrontate e risolte.
S – E’ giusto dire che l’amministrazione Boccia ha potuto risanare perché non ha dovuto adeguarsi ai tagli del governo centrale?
AS – Anche allora i tagli esistevano. La dottoressa Boccia ha fatto una scelta non di visibilità, cioè non ha pensato a realizzare cose per una prossima campagna elettorale, ma ha pensato a risolvere i problemi del paese.
S – Quindi a prescindere dalla presenza degli aiuti dello stato, è possibile risolvere i problemi ?
AS – Certo che si possono risolvere!
S – Se invece il partito, a prescindere dalla sua attuale carica, riconoscesse in lei la persona giusta da proporre per una candidatura a sindaco, lei raccoglierebbe la sfida?
AS – Non so se accetterei. E’ una cosa che mi spaventa, perché conosco il tipo di responsabilità che andrei ad affrontare, so quanto è gravoso il compito e ci vuole molto coraggio, coraggio che io al momento non ho. Questa mia convinzione è dovuta all’assoluto rispetto per il ruolo che andrei a ricoprire. La paura non è di non essere all’altezza, ma di non avere tutto il tempo necessario da dedicare ad un incarico così importante.
S – Ci sarà da assegnare la carica di segretario del PD locale. Lei chi spera possa essere l’ “eletto”?
As – Non lo so, vedremo.
IL GIOCO DELLA TORRE:
Coppola o Argento
Non li conosco bene, ma fidandomi dell’istinto, dico entrambi.
Santoro o Vespa
Bruno Vespa
Veltroni o D’Alema
Veltroni
Brunetta o Tremonti
Brunetta
Ing Antonio Pagano o Antonio Del Giudice ex sindaco
L’ing. Pagano, Del Giudice e’ giovane ed ha una bambina piccola.
Simona Ventura o Vladimir Luxuria
Luxuria , solo perche’ stimo la Ventura e non perché sia un trans.
Schifani o Fini
Fini perché ha perso l’identità che aveva prima di confluire in un partito voluto da Berlusconi.
Tagliatelle o tortellini
Tortellini, perché più grassi.
Rosy Bindi o Melandri
La Melandri, perché la Bindi è una donna intelligente
Carfagna o Meloni
La Carfagna, perché la vedo come una velina prestata alla politica
Ordine o Fantasia
Fantasia
Biagi o Montanelli
Biagi, perché lasciava poco trasparire le proprie emozioni.
S – In campagna elettorale non si fanno mai attendere le promesse e i buoni propositi. La cosa che mi chiedo è: esiste una cognizione di causa nel presentare tali speranze a tanti cittadini fiduciosi?
AS – E’ sempre colpa nostra. Ci lasciamo facilmente infinocchiare, nel senso che quando si tratta di votare, non vogliamo essere obbiettivi e lasciarci guidare dalla ragione ma facciamo prevalere altre cose. Ecco perchè nascono le promesse. E’ uno studio fatto simile a quello che si fa per lanciare un prodotto sul mercato : si analizzano le esigenze delle fasce a cui si vuole vendere il prodotto e poi si confeziona il prodotto come meglio può piacere.
S – Si creano le condizioni affinchè si possano confezionare queste promesse?
AS – Si. Siamo noi che glielo consentiamo. Pacco, contropacco e contropaccotto!
S – Il presidente Napolitano ha lanciato un monito a tutti i politici locali, quelli più vicini ai cittadini, chiedendo loro una maggiore attenzione e professionalità nel ricoprire cariche pubbliche. Striano sarà attenta a raccogliere tale invito?
AS – Io non credo in una lista elettorale composta esclusivamente da candidati nuovi e con competenze adatte, dove per competenze intendo la conoscenza dell’ente, delle procedure, degli iter burocratici. Penso che il cambiamento sia importante e per certi versi necessario, ma che possano continuare ad esserci delle persone che hanno maturato dell’esperienza e che possano metterla a disposizione degli altri. Io penso che il gruppo vincente, possa essere un gruppo formato da giovani, dove per giovani non intendo diciottenni, ma persone nuove della politica, con qualche vecchio innesto, perché ci sono delle cose che bisogna imparare e chi ha già amministrato può insegnare; sarà poi compito dei giovani tenere sotto controllo i più anziani. Quando si candidò a sindaco Antonio Del Giudice, si sospettava che fosse “mangiato” dai volponi che lo circondavano; indipendentemente da com’ è andata, non l’hanno “mangiato” e comunque sono riusciti ad amministrare per cinque anni. Questo vuol dire che i vecchi della politica si possano tenere a bada; i neofiti devono essere capaci di prendere dai vecchi le cose che servono ed a tenerli “imbrigliati”.
S – Parliamo di peccati e non di peccatori : qual è stata la promessa elettorale che l’ha allibita maggiormente.
AS – Sono state promesse sempre le stesse cose. Da quando ricordo, per fare un esempio, in tutte le campagne elettorali, c’è stato il problema della risoluzione della 219. Ho seguito questa questione dal millenovecentonovantasette, perché essendo revisore, spesso mi capitava di riscontrare richieste di pareri in merito, oppure riguardanti lo stato di avanzamento della questione. E’ stata una gestione di assoluta difficoltà , è stato difficilissimo ottenere l’assegnazione di quelle unità abitative. Mai nessuno ha capito che il comune di Striano in quella proprietà non poteva neppure entrarci, perché si rischiava di incorrere nel reato di violazione della proprietà privata. La volontà di risolvere quella questione, c’è stata da parte di tutte le amministrazioni, ma sono state le procedure a rallentare l’iter di acquisizione.
S – Adesso che l’acquisizione è avvenuta, quale ritiene sia la migliore destinazione d’uso per quegli alloggi?
AS – Io ho un’idea tutta mia : io quell’area la venderei. La venderei e chiederei in cambio tante cose per il paese. Se si dovesse supporre una ricostruzione, si andrebbe a realizzare qualcosa di anacronistico, perché l’edilizia residenziale oggi si basa su concetti differenti. Nel momento in cui comunque si realizzassero, come si deciderebbe l’assegnazione di questi alloggi? Chi ne ha davvero bisogno? Gli indicatori che abbiamo oggi, della effettiva situazione economica delle persone, non sono reali ed io lo posso dire, perché tempo fa mi sono interessata di una cosa terribile : le domande che i cittadini fecero per l’assegnazione del contributo per i libri scolastici. Al tempo ho visto certificazioni di persone, persone che conosco, che vedo e che osservo, che ebbero il coraggio di dichiarare un reddito pari allo zero, quando sapevo che così non era . Uno dei criteri attraverso i quali si procede all’assegnazione di un alloggio è il reddito dichiarato con il modello ISEE, che è l’indicatore della situazione economica, però a Striano ci sono tante persone che lavorano e che per loro scelta, ribadisco, per loro scelta, preferiscono lavorare in nero, perché così godono dei contributi per i libri, per il disagio abitativo, non pagano il ticket e rientrano nelle cosiddette fasce povere; queste fasce quindi hanno diritto all’assistenza, al blocchetto mensa gratis ecc. ecc. . Esiste poi un popolo di lavoratori, persone che vivono dello stipendio e che sono tassati fino all’osso, che risultano essere i ricchi, perché hanno un reddito di ventimila euro, e allo stesso tempo ci sono tantissime persone che purtroppo non hanno niente. In queste condizioni, come si fa ad assegnare una casa visto che l’indicatore della situazione economica non dice la verità ? Si correrebbe il rischio di dare la casa a chi non ne ha realmente bisogno, pur sapendo chi davvero ne avrebbe diritto. Io conosco alcuni professionisti che hanno la riduzione per il trasporto scolastico, mentre uno o due stipendiati, nello stesso nucleo familiare, sono ricchi e non possono beneficiarne. Quindi vendere quegli alloggi non sarebbe sbagliato. In cambio chiederei per il paese tutto ciò di cui ha bisogno : un centro sociale, una sala cinematografica, una palestra … cioè tutte quelle infrastrutture di cui noi avremmo bisogno ma per la costruzione delle quali non avremo mai i soldi. Venderemmo è vero, proprietà del comune, ma in cambio avremmo delle infrastrutture di cui potrebbero beneficiare tutti. Se dovessero essere assegnati quegli appartamenti ne trarrebbe vantaggio soltanto qualche finto povero … e ce ne sono tanti di finti poveri!
S – E’ nato un nuovo movimento politico-culturale a Striano, il “civico34”. Lei che si propone per il cambiamento, non avrebbe potuto meglio identificarsi in tale associazione ed insieme perseguire obiettivi comuni?
AS – Innanzitutto, io non sono stata invitata , non lo sapevo, ma l’ho saputo soltanto dopo che si e’ costituito. Ricordo di aver rivolto loro , tramite alcuni rappresentanti del civico34 l’invito a tesserarsi nel PD. I rappresentanti del civico 34, sono persone che conosco quasi tutte e che considero persone di sinistra e non di destra; in virtù di questa considerazione , li invitai a fare qualcosa di diverso insieme, confluendo nel PD per tentare di cambiare qualcosa a Striano, sotto una bandiera politica. Io non conosco gli obbiettivi del civico34, ma iposso dire di avere avversione per quanti si siedono ad osservare e criticare. Di spettatori ce ne sono tanti e tutti pronti a criticare. Adesso il paese ha bisogno di una partecipazione concreta, di azioni e non di parole, di discussioni, di dibattiti, di queste cose se ne son fatte tante. La cosa più facile è osservare gli altri e criticare; la cosa più difficile è operare, perché chi non opera non sbaglia. Io ho un po’ di difficoltà ad accettare questi circoli, queste associazioni, dove si discute soltanto ed all’interno dei quali vi sono persone che hanno timore di dichiarare il proprio colore politico. Bisogna avere il coraggio di schierarsi!
S – Cellule staminali, aborto, eutanasia … quali di questi temi le sta più a cuore?
AS – Questi sono temi molto particolari perché appartengono alla coscienza delle persone. Io non mi sento di condannare una donna che abortisce, perché penso che il dramma maggiore lo vive chi compie la scelta. Certe scelte sono effettuate in relazione ad una serie di circostanze legate al momento. Magari la stessa persona, in situazioni diverse, si comporterebbe in modo diverso, nel senso che chi deve abortire oggi, tra due anni potrebbe trovarsi a non decidere la stessa cosa. Su questi argomenti, nessuno può giudicare!
S – Lei è anche un’ insegnante… come giudica l’”Onda”?
AS – Io sono un’insegnante vecchio stampo. Oggi i ragazzi hanno più diritti che doveri all’interno della scuola; le cose rispetto ad un tempo sono cambiate tantissimo, soprattutto i rapporti tra le famiglie e gli insegnanti. Oggi i ragazzi sono massificati; pochi hanno delle idee costruttive, mentre molti seguono l’onda come delle canne al vento. Pochi hanno la coscienza di quello che sta realmente succedendo e di quello che effettivamente si muove. Volendo però scendere nel merito della riforma Gelmini, ritengo che la protesta sia giusta perché è comunque una forma di dialogo attraverso la quale dimostrare come una categoria reagisce a determinati provvedimenti. Effettivamente questa finanziaria ha tolto molto alla scuola a discapito soprattutto della continuità didattica che io ritengo fondamentale per la crescita dei ragazzi. La scuola sta diventando un’impresa e questo non e’ pensabile. Ciò che si deve perseguire è il benessere dell’individuo e non sempre ciò che è bene per l’individuo è economicamente vantaggioso. Si tagli sugli sprechi delle pubbliche amministrazioni, ma non alla scuola, perché la scuola ha il compito di formare la classe dirigente del domani. Non si può applicare una logica di profitto o di pareggio economico in certi settori dove il profitto si ottiene soltanto in termini di arricchimento umano.
S – In un periodo di crisi come questo si ricorre alla social-card ed unatantum… poi la chiesa chiede 120 milioni per le scuole private ed il governo senza batter ciglio ne conferma la copertura. E’ la giusta direzione da seguire?
AS – La social card io la vedo come una mortificazione, mi ricorda tanto le tessere che si usavano durante la guerra per poter andare a prendere il pane. E’ come se una persona avesse una tessera di povero; sarebbe stato più giusto un incremento della pensione. Se i soldi per la chiesa sono usciti subito è perché la chiesa rappresenta un potere forte, fortissimo. Non so se il governo sarebbe in grado di sostenere uno scontro con il potere clericale; in questo modo il governo ha evitato lo scontro, soprattutto perché questo governo tiene tanto all’immagine, al gradimento. La Chiesa in questo paese ha avuto sempre un’influenza fortissima, ma non solo con questo governo ma anche con i precedenti.
S – Lei potrà tra non molto, rientrare a far parte della casta dei politici?
AS – Di sicuro esiste la casta dei politici . Se un giorno deciderò di espormi in prima persona, non mi riterrò appartenente ad una casta, ma combatterò contro la casta.
S – Molte aziende fanno ricorso ai cots, i comuni, seguendo una falsa riga, ricorrono ai nuclei di valutazione. Che peso hanno tali procedure al fine di garantire una migliore qualità del servizio per i cittadini?
AS – Il nucleo di valutazione non serve a garantire un miglior servizio al cittadino. I dirigenti delle amministrazioni hanno una retribuzione fissa ed una variabile legata al risultato. Il nucleo di valutazione ha lo scopo di valutare questi risultati che vengono a seguito di obbiettivi prefissati. Se vengono raggiunti degli obbiettivi allora ci sono dei vantaggi anche per il cittadino. Ho fatto parte del nucleo di valutazione per quattro o cinque anni e soltanto poche volte sono stati fissati degli obbiettivi precisi. In genere e’ come se fosse una cosa dovuta, quindi gli obbiettivi non vengono fissati e si va a valutare quelli che sono i compiti istituzionali, tipo i tempi di realizzazione.
S – Quindi, avviene sempre un riconoscimento?
AS – In genere non è mai capitato che ai dirigenti non sia stata data l’indennità di risultato. Si va da un minimo ad un massimo da riconoscere ai dirigenti, non si può non riconoscere nulla. Il nucleo di valutazione stabilisce il grado di raggiungimento degli obbiettivi, sarà poi l’amministrazione a stabilire l’ammontare del riconoscimento.
S – Ritiene che sia importante anche ai fini di un risanamento economico la privatizzazione dei servizi pubblici comunali?
AS – Esistono dei servizi che si possono privatizzare, mentre altri, no. La raccolta dei rifiuti si può privatizzare senza alcun problema, la gestione dell’acqua, sempre disciplinando bene il servizio che si da in gestione, cioè sapendo a chi si affida e quali sono le tariffe. Ci sono altri servizi invece, che deve gestire il comune: tutto quello che appartiene alla sfera del sociale, dove non ci deve essere la logica del pareggio. Ci sono dei settori in cui l’ente deve perdere, e’ giusto che perda.
S – In chiusura cosa sente di dire ai cittadini di Striano?
AS – Dico ai cittadini di Striano : “ Pensate con la vostra testa!”
Intervista realizzata il giorno 6 dicembre 2008 presso lo studio della dott.ssa Angela Sosto in via Nazario Sauro, Striano.