Intervista del 19 Luglio 2010
OOggi, 19 luglio 2010, siamo venuti a refrigerarci, sfuggendo all’ afa intensa, presso Arredamenti Serafino di cui siamo ospiti. La persona che oggi si accomodera’ sulla seggiulella e’ Alfonso Serafino, titolare dell’azienda ed imprenditore da tempo presente sul territorio.La prima domanda, anche per rompere il ghiaccio e’ la seguente: Perché lei, che vende sedie, poltrone, divani e ne decanta la comodità, ha accettato di accomodarsi, anche se metaforicamente, su di una seggiulella?
Intanto possiamo darci del tranquillamente tu, dato che ci conosciamo da tempo. Per quanto riguarda la scelta di accettare l’invito, direi che anche una sedia piccola, se ergonomica puo’ risultare comoda. Non sempre la comodità è direttamente proporzionale alla grandezza e alla comodità.
Hai avuto modo di leggere dei nostri precedenti incontri?
In realtà no. Mio figlio mi ha riassunto un po’ gli incontri precedenti.
Perché sei restio all’utilizzo di internet o per quale altro motivo?
Fondamentalmente a me non piace il computer, difficilmente lo utilizzo. Noto che le persone che si legano molto a questo mezzo comunicano ancora di meno. Per quanto mi renda conto che oggi risulta quasi indispensabile, all’interno della mia azienda c’è qualcuno che si occupa di questo aspetto, mentre io mi occupo di cose più pratiche; poi ci sono mia sorella e Gino, un altro mio collaboratore, che si occupano della fase progettuale, sempre sotto mia indicazione. Il computer lo vedo lento, mi da delle risposte scontate.
Arredamenti Serafino ha un sito internet?
Si l’abbiamo, ma è un aspetto che io non curo direttamente. Può anche essere che sono un po’ all’antica, però amo maggiormente confrontarmi con le persone, comunicare direttamente. Noto che le persone che amano moltissimo il computer, che ci spendono ore ed ore della giornata, alla fine diventano parte integrante della macchina. Può anche essere una mia percezione sbagliata, ma ho quest’impressione. Magari il computer rende maggiormente timide le persone che già lo sono. Non credo che la comunicazione possa avvenire attraverso un computer, o meglio è da considerarsi assolutamente virtuale. Diciamo che la mia attività, per delle palesi esigenze professionali, mi impone di dover utlizzare il computer, altrimenti ne farei volentieri a meno.
Forse è superfluo presentare Alfonso Serafino ai cittadini di Striano; ma se ti dovessi presentare ai visitatori del sito www.strianomavero.it, cosa evidenzieresti ?
Sono figlio di Francesco Serafino, che purtroppo da diversi anni non c’è più, e di Autilia Rega. Ho quattro sorelle e tutti, una volta sposati, siamo rimasti a Striano. Mio padre ha iniziato l’attività negli anni sessanta, attività che io ho cominciato a seguire subito dopo aver terminato gli studi ed assolto gli obblighi di leva. Mio padre ha cominciato con il vendere mobili usati, poi qualche mobile nuovo, ed in seguito io negli anni ho proseguito con lo sviluppare quest’idea nata già da mio padre. Oggi posso dire, con una punta di soddisfazione, che ho un’attività abbastanza riconosciuta sia a Striano, che anche nei paesi limitrofi.
Le soddisfazioni maggiori, quali sono state?
Sono state tante. Una persona che si forma da sola riesce ad avere una soddisfazione più profonda da ciò che riesce a realizzare. Portare l’attività iniziata da mio padre e portarla a quello che è oggi, facendo tantissimi sacrifici con tutta la mia famiglia, toglie tante energie ma in compenso rende tante soddisfazioni.
Gran parte della famiglia è coinvolta in questa attività?
Attualmente: mia sorella Antonietta, con cui lavoro a stretto contatto; mia moglie che si occupa sia della casa che dei negozi e mi fa da spalla; i miei figli, quelli più grandi, mi sono molto vicini nonostante siano impegnati all’ università.
I loro studi hanno attinenza con l’attività ?
Per il momento loro studiano economia, poi si vedrà!
Come s’interfaccia la tua attività con il paese ?
Per quanto mi riguarda, mi conosco con tutti e saluto tutti, clienti e non clienti. Mi fa piacere avere buoni rapporti con tutti a prescindere da quello che è il lato commerciale. Anche in virtù di quanto detto prima, ci tengo molto al rapporto personale; forse anche questo mio modo di approcciarmi con gli altri ha fatto si che le persone mi contattassero anche per aspetti legati alla mia attività. Vivo con la gente e tra la gente e do’ loro tantissima disponibilità.
Cosa intendi per disponibilità?
Dò disponibilità dei miei mezzi, delle mie risorse umane e materiali anche per una festa di piazza, per un attività che necessita di un contributo. Insomma, non tutto è legato necessariamente ai mobili. Può anche capitare che qualcuno che si trovi in difficoltà economiche, ad esempio, abbia bisogno di un frigorifero, io di certo non mi tiro indietro. Io cerco di dare tutto me stesso e cerco di mettermi a disposizione per tutto. Credo che nella vita le persone non dimenticano i gesti ricevuti. E’ pur vero che oggi sembriamo tutti insensibili, ma credo che alla fine non sia così. Io dico sempre ai miei figli che nella vita, per ricevere, devi sempre prima dare con molta spontaneità.
L’azienda Arredamenti Serafino cosa ha chiesto a Striano, cosa vorrebbe ottenere da Striano?
Sicuramente tutti i sacrifici fatti in questi anni, con i miei collaboratori, con la mia famiglia, se li avessi fatti in un altro contesto avrei ricevuto molto di più, però io non mollo. Credo ancora che in questo paese qualcosa dovrà accadere. Negli anni scorsi io ho avuto anche tante delusioni da parte di persone risultate poi poco affidabili, che mi hanno creato tanti problemi, causato tanti danni. In queste circostanze avrei potuto anche lasciare il paese, ma non l’ho fatto perchè ci credo ancora.
Posso ritenere un po’ vaghe queste tue ultime affermazioni? Avevi delle aspettative mal riposte, magari nella politica?
Ad oggi, pur avendo questa grossa volontà di espormi maggiormente, di ampliare la mia azienda, di investire di più nel vero senso della parola, in un paese come questo non riesco a sviluppare la mia azienda più di quanto non lo sia adesso. Dove sono ubicato attualmente in via Palma, ho i due confini bloccati, a Via Rivolta, lo ammetto tranquillamente, per espandermi un poco ho dovuto fare delle cose illecite per poi condonare una struttura che ancora adesso non riesce a partire, però nel frattempo passano anni, decenni. Allora io mi chiedo : questo paese quando potrà decollare? Quando io sarò in pensione? Sarà un po’ troppo tardi.
Portiamo alla luce i benefici di un’eventuale sviluppo di Arredamenti Serafino a Striano… Di certo avrai necessità di piu’ collaboratori per gestire più strutture. Ad oggi quante persone collaborano con te?
Siamo in sei, oltre ai miei figli che si ritagliano parte del loro tempo per fornire il loro contributo. Siamo un bel gruppo abbastanza affiatato, un team abbastanza vincente e forte, ma è chiaro che riuscendo ad aprire altre strutture, si riesce a far lavorare più persone, questa è una conseguenza logica. Sono ancora molto stretto e chiuso in questa morsa; cerco di dibattermi ma più di quello che faccio non riesco a fare. Ci sono delle situazioni molto molto lente a livello comunale …
Situazioni legate alla zona industriale ?
Per quanto riguarda la zona industriale, io ho fatto richiesta, per creare un deposito per la distribuzione di prodotti, non necessariamente mobili, per tutta la Campania. Vi sto dando un’anteprima di una mia idea, ma questa più che un’idea, rimane un sogno, che mi porto dietro da anni, ma quando sarà possibile un giorno poter realizzare tutto ciò, magari sarà già tardi, perchè nei paesi limitrofi qualcun altro avrà sviluppato questa mia stessa idea.
E’ banale chiedersi perchè, questa idea, che valuti vincente, non provi ad esportarla nei paesi limitrofi?
E’ proprio questo che mi ha sempre frenato. Nonostante io abbia avuto ed abbia ancora tantissimi problemi, non ho mai mollato e non mollo ancora, perchè sono profondamente legato al mio paese, anche se poi mi rendo conto che questo legame possa essere per me dannoso. Se il mio paese è lento, è macchinoso , io perdo delle opportunità. Certe volte devo lottare anche contro la volontà dei miei figli che mi spingono ad andare altrove ed in talune circostanze non posso negare che barcollo anch’io, pensando di progettare le mie idee altrove. Io non voglio che i miei figli lascino quello che io, e mio padre prima di me, abbiamo creato.
Voglio essere pungente : può essere che vuoi restare a Striano, perchè per te sarebbe più semplice avvicinarti alla politica e quindi ottenere qualcosa, mentre altrove non sarebbe altrettanto semplice?
Io ho avuto un piccolo approccio verso la politica e sinceramente non mi è piaciuto quasi niente. Ho assistito a varie riunioni, ho ascoltato diverse persone, ma credo che specialmente in politica nel nostro paese c’è molta approssimazione ed incompetenza, perché secondo il mio parere, la persona che si cimenta in qualcosa deve prima cercare di capire o imparare qualcosa. Ho assistito a varie conversazioni, ritenute dagli interlocutori, politiche ma io di politico non vedevo quasi niente e tutto quello che si diceva una sera il giorno successivo diventava l’opposto. Francamente ho avuto una brutta impressione della politica, mi è rimasto un bel neo. Ho avuto la percezione che sia una ricorsa alla poltrona, a quella più comoda, per poi poterne beneficiare per i propri scopi un po’ troppo personali.
Alfonso Serafino non si stava avvicinando alla politica, per cambiare le cose e per degli scopi personali?
Sicuramente! Io non sono un santo. Io sono una persona che se prende un impegno, lo prendo con tutti, quindi mi impegno anche verso gli altri. Ho invece notato che per alcune persone, la rincorsa alla politica, alla poltrona, è solo per dei loro obbiettivi da raggiungere e basta. Quindi mi chiedo: ed il paese? E gli strianesi? Dove vanno a finire i nostri sogni? Comunque ci tengo a precisare che sono felice del fatto di essere rimasto fuori dalla politica, visto quello che è accaduto e quello che sta accadendo ancora oggi. Io non voglio fare politica in questo modo. Io vedo delle persone incompetenti che ricevono degli incarichi dal comune per cui noi cittadini facciamo da cavie. Faccio un esempio : se una persona è addetta ad aggiustare le strade e non le sa aggiustare, non è giusto che prenda questo lavoro. Oppure se il lavoro viene concluso male, lo deve rifare, deve essere denunciato; invece no, in politica a Striano, si fa tutto in modo amichevole. Invece io penso che si possa anche far parte di un gruppo di “amici” con i quali condivido delle idee, ma sono del parere che chi sbaglia debba pagare, io per primo.
Cosa rispondi ai tuoi figli che ti consigliano di andare altrove?
Negli ultimi tempi sto un po’ cedendo. Sto pensando anche ad altro. Con questo non voglio dire che voglio mandare tutto all’aria, ma la cosa comincia a preoccuparmi. Girarti intorno e renderti conto che dopo tantissimi anni di sacrifici, puoi essere “scavalcato” da persone incompetenti, dispiace. Ho aderito a tantissime iniziative riguardanti gli imprenditori a Striano, una delle quali si è tenuta anche presso l’azienda dell’attuale sindaco, Antonio Del Giudice, ci abbiamo rimesso anche dei soldi, ma non si sa dove sia finito il consorzio di cui si parlava. Ad oggi non ho mai aderito ad iniziative intraprese nei paesi limitrofi, proprio perchè voglio rimanere qui, sto cercando di fare il possibile per rimanerci, ma se non ci riuscirò dovrò farmene una ragione. Di volta in volta sembra che la possibilità che si sblocchi qualcosa sia dietro l’angolo, ma mi sembra che si tratti di risposte un po’ troppo politiche. Ad un certo punto si ha necessità di avere delle risposte chiare, decise, concrete, non si può vivere sempre e solo di sogni!
A proposito delle relazioni esistenti tra politica ed imprese a Striano, mi sapresti dire il nome dell’assessore alle attività produttive ?
Attività produttive…? …No… non lo so!
Chi è il referente per il comune degli imprenditori ?
Non saprei.
Non siete mai stati contattati, ne singolarmente, ne in associazione ?
No!
A Striano, mai nessuno esponente politico ha contattato o convocato i titolari delle aziende per coinvolgervi nelle sorti del paese?
No, non sono mai stato convocato da nessuno! Purtroppo in questo paese ogni azienda è un’attività singola e questo non è un bene. Anche questo è un altro motivo di una mancata crescita. Non esiste una confcommercio … In questo paese non esiste niente!
Voi imprenditori non avete mai pensato di associarvi, per rivendicare le vostre necessità?
No ognuno va per la propria strada. Ognuno è una persona singola che fa le cose a modo suo, non c’è aggregazione, non c’è confronto, non c’è dialogo … non c’è niente. Non esiste una mentalità per cui le aziende si uniscano per rivendicare le proprie esigenze.
Ma sembra strano che neppure un esponente sia dell’attuale amministrazione che di quelle precedenti, abbia mai convocato voi imprenditori …
Io non sono mai stato contattato da nessuno! Tornando al discorso di prima, è il modo di fare politica che non va! Fare politica è come gestire un’azienda, secondo il mio parere. Se tutti in un’azienda remano nella stessa direzione e se c’è comunicazione , collaborazione, spirito di sacrificio, ecc… sicuramente si fanno dei passi avanti.
Percepisco un grido di dolore da parte tua. Ritieni di essere l’unico imprenditore a sentire l’esigenza di denunciare questo stato di cose? La tua azienda, avendo un numero esiguo di collaboratori, risulta “meno interessante” agli occhi dei politici, rispetto ad altre realtà che annoverano ben altri numeri?
E’ così ! Io non posso esercitare alcun tipo di ricatto. Se io domani mattina chiudo la mia azienda, non credo se ne accorgano in molti. Questo però non è bello, perché credo che non è direttamente proporzionato l’entità del fatturato, o il numero di dipendenti, con l’ importanza di un’azienda. Un’azienda rimane un’azienda, piccola o grande che sia!
Pensi che tutti gli imprenditori a Striano si sentono, come te, con le mani legate ?
No, non penso! Ci sono quei pochi che hanno tantissimi collaboratori e possono esercitare una forma di ricatto verso l’amministrazione; sicuramente hanno un potere maggiore e quindi ottengono sicuramente di più.
In occasione della scorsa tornata elettorale, sei stato avvicinato dalla politica o ti sei avvicinato alla politica?
Tutto è iniziato con un invito da parte di mio cugino Tullio ad assistere a qualche riunione del suo gruppo, ma poi dopo qualche riunione a cui ho preso parte, ho visto che persone entravano ed uscivano da questo gruppo in maniera molto superficiale. Ad un certo punto mi son chiesto : ma questa è la politica che si fa in questo paese? Persone che entrano ed escono dai gruppi, persone poco chiare! La cosa che mi ha deluso maggiormente è stata la poca chiarezza di alcune persone e la poca trasparenza, che io non tollero assolutamente. Ho cercato di capire il perché di certi atteggiamenti, ma alla fine ho capito ben poco ed ho deciso di defilarmi, pur sapendo che con questa mia scelta ho deluso le aspettative di mio cugino Tullio che si è ritrovato fuori dai giochi per tante vicissitudini. La politica strianese mi ha lasciato l’amaro in bocca.
Nonostante tu non sia un imprenditore “appetibile” sei comunque stato avvicinato dalla politica e da quegli esponenti che ricoprono un ruolo storico della politica del paese, quindi politici noti. Perchè è avvenuto comunque questo avvicinamento?
E’ da anni che mi viene proposta la possibilità di essere maggiormente coinvolto in politica, ma non ho mai aderito anche perché il tempo a disposizione era davvero poco, adesso invece, avendo maggiore collaborazione in azienda e maggior tempo a disposizione, mi son lasciato incuriosire anche per capire le dinamiche interne. Sembra che a Striano, secondo il parere di alcuni, vince chi ha la famiglia più numerosa, o chi ha il maggior numero di dipendenti, ma non credo che questa sia la politica giusta. Anche i fatti hanno dimostrato il contrario, basta guardare il risultato ottenuto dal signor Pellegrino, il quale ha avuto una grandissima delusione, a conti fatti con tutti i dipendenti che ha, avrebbe dovuto sbancare alle scorse elezioni, invece alla fine non è stato così.
A proposito del cav. Pellegrino, nell’incontro tenuto con lui, definì alcuni imprenditori come “commercianti che fanno soltanto bussines finanziari e non sanno cos’è la tecnologia, cos’è il lavoro, cos’è l’inventiva”. A chi ed a che cosa credi volesse far riferimento?
Per fare impresa bisogna conoscere profondamente il proprio settore. Porsi verso gli altri in modo garbato, educato, seguire le persone e mostrarsi una persona corretta e competente. Non che io, non avendo cento macchinari, debba sentirmi inferiore ad un altro. Io esercito questa attività da una vita, non devo e non voglio dimostrare niente a nessuno. Magari il signor Pellegrino dovrebbe spiegare meglio questa sua considerazione. Per me è più bravo un imprenditore, anche un pizzaiolo, che in cinquanta metri quadri, sforna duecento pizze a sera e non un altro che ha trenta macchinari, ma tratta i suoi operai come schiavi. Ripeto che il paragone non va fatto rispetto al fatturato dell’azienda. Se la mettiamo in questi termini, dobbiamo dire che Berlusconi è il più bravo di tutti?
Berlusconi non è il più bravo di tutti?
No non direi, perchè è l’uomo quello che conta!
Quant’è facile fare impresa?
Facile? E’ difficilissimo! Oggi è ancora più difficile rispetto a tanti anni fa. Non c’è più spazio per l’improvvisazione, perché c’è frammentazione in tutti i campi …
Il nome Ikea mette i brividi?
Ikea è una realtà che non penso condizioni la mia. Nasce in prossimità dei grossi centri per la grandissima distribuzione. Il fenomeno Ikea condiziona le piccole strutture non ben organizzate. Se andiamo all’interno di un centro Ikea, ci accorgiamo che il gusto proposto è un gusto internazionale, è un format uguale in tutto il mondo. Visto che nelle grandi città c’è un grosso movimento di persone, questi fenomeni vanno bene vicino alle grandi città.
Quindi pensi che il made in italy abbia ancora un valore? La produzione delocalizzata nei paesi a basso costo, non fa tremare le gambe alle piccole realtà ?
Dalla mia esperienza posso dire di no! Ti faccio due nomi : Le Fablier e Accademia del mobile sono due colossi del mobile nel mondo, che hanno fatto tanta bella comunicazione negli anni scorsi, ma nel momento in cui si è scoperto che in pratica loro hanno delle industrie in Romania ed i mobili arrivano a Verona dove vengono marcati e poi spediti, queste aziende hanno iniziato ad avere grandi difficoltà . Il prodotto made in italy alletta tutti.
Ma esiste ancora il prodotto made in Italy?
C’è ancora ed è ancora tanto e lo dobbiamo pure salvaguardare. Se questo nostro prodotto ci viene richiesto da tutto il mondo, come facciamo noi italiani a non considerarlo più ? Ti assicuro che le aziende che oggi prendono tutto dall’estero, tipo Cina, Taiwan, sono delle commerciali che lasciano il tempo che trovano, hanno vita breve. In Italia, c’è ancora tanta gente che cerca la qualità. Io, che vendo un prodotto di qualità medio alta non sto constatando la crisi economica. Non bisogna vendere il prezzo più basso, ma è importante dare i giusti consigli ed un buon rapporto qualità prezzo. Oggi le persone, vista la crisi economica che investe vari settori, dovrebbero comprare meno prezzi ma di qualità.
Qual’è secondo il tuo avviso il timore maggiore che riguarda una persona giovane o meno giovane che voglia sviluppare un’ idea d’impresa qui al sud ?
Innanzitutto per fare impresa ci devono essere delle strutture idonee. Una cosa che danneggia e frena tutto il sud è di certo il fenomeno criminalità. Credo che molti imprenditori potrebbero fare molto di più rispetto a quello che fanno; molti si nascondono per timore di andare incontro a problemi successivi. Se andiamo al nord, in aziende del mio settore, a capo delle fabbriche, ci sono quasi tutte persone del sud; questo ci fa capire che la nostra terra perde delle menti geniali, dei potenziali imprenditori e questo è dovuto al fatto che al sud spendi tantissime energie in più per poter arrivare allo stesso risultato che al nord si ottiene con una facilità quasi imbarazzante, sempre che ci sia una determinazione di fondo alla base del progetto imprenditoriale. Al nord l’attenzione dell’imprenditore è rivolta esclusivamente alla propria attività. Nel nostro paese, un imprenditore ha tantissime distrazioni. Solo pochi giorni fa, ci hanno rubato il camion davanti al negozio con tutti noi all’interno. Fare impresa qui richiede un dispendio di energie incredibile, tanti vincoli, tanti disagi, tante difficoltà. Qui al sud crediamo di essere liberi, ma non lo siamo! Nel compiere un gesto dobbiamo essere capaci di prevenire il gesto di un altro; ma quanta concentrazione bisogna avere? Devi essere sempre in forma, mai abbassare la guardia, perché appena ti senti un po’ stanco, appena abbassi un po’ la guardia, sono mazzate!
Preso atto di quanto dici, ad Alfonso Serafino padre, viene di chiedere : ma dove stai portando i tuoi figli ?
Lo dico veramente con il cuore : io preferirei che loro stessero qua, perché non sarebbe giusto mollare.
Altrove potrebbero realizzare i tuoi sogni ed i loro sogni …
Certo e con molta più facilità, ma poi trasformiamo Striano nel paese dei vecchi? Cosa accadrà in questo paese?
Ed allora è per ricominciare da dove si dovrebbe ripartire?
Ci dovrebbe essere più euforia, tutti quanti noi dovremmo essere un po’ più determinati e decisi a crederci nel paese, in una rinascita per questo paese che io vedo stagnante.
Proviamo a ragionare in maniera ottimistica. Consideriamo che anziché essere totalmente deluso, tu fossi rimasto assolutamente affascinato dalla politica ed oggi avresti le redini del paese tra le mani. Cosa faresti come prima cosa?
La prima cosa che farei sarebbe parlare con tutti, ascoltare tutti. Per fare politica bisogna “dedicarsi” ed è questo quello che non vedo, o meglio se si dedicano lo fanno soltanto per il proprio tornaconto. La spontaneità, la trasparenza, il sorriso devono essere cose che vengono da dentro, non devono avere secondi fini.
Secondo te di cosa ha principalmente bisogno Striano?
Non vorrei sembrare catastrofista, ma dovremmo prima tutti quanti noi strianesi migliorare come persone, dovremmo avere più educazione e rispetto per gli altri, penso che parta tutto da questo. Mi sembra che in questo paese ognuno è una cosa a se stante, siamo tutti elementi singoli; non c’è aggregazione, non c’è comunicazione … vedo troppa distanza.
Fa comodo questo stato di cose?
Credo che ad alcuni faccia comodo. Anch’io mi rendo conto che non sono esente da colpe, anch’io non partecipo particolarmente alla vita del paese, non frequento la piazza, dove però magari devi lasciarti andare a dei pettegolezzi ecc. Mettiamo da parte la politica, ma fondamentalmente credo che sia il popolo a dover cambiare! In questo paese tutti, o quasi tutti, fanno quello che non dicono! Le persone devono essere più concrete e devono dire quello che pensano per poi realizzare quello che pensano. Bisognerebbe prendersi la responsabilità di un si o un no! Quale difficoltà esiste nel difendere il proprio pensiero? Invece no! Tanti baci, abbracci, strette di mano … tutte falsità, tutto falso, è tutto una commedia!
Cosa pensi invece dei giovani del nostro paese?
I giovani sono a pezzi! Locali, bar, alcool, droga, nullafacenti, spirito di sacrificio pari a zero. Pensare al futuro dei ragazzi di Striano è qualcosa di drammatico. Devo ammettere che stento molto a tenere, con le redini, i miei figli a Striano. Il modo di vivere dei giovani è cambiato moltissimo. Anche attraverso il mio lavoro ho avuto modo di analizzare la realtà giovanile : con la stessa leggerezza con cui si avvicinano ai rapporti di coppia, all’alcool, alle droghe, così si avvicinano al matrimonio ed ecco perché la nostra vita diventa tutto un punto interrogativo, perché i ragazzi di oggi, alla prima discussione, si separano; non si pongono mica l’ interrogativo di quanti sacrifici abbiano dovuto fare i genitori, per comprare i mobili, per realizzare un’abitazione. E’ mai possibile mandare tutto all’aria con una scioltezza simile? I ragazzi oggi sono insensibili.
Ho avuto il piacere di conoscere bene tutti i tuoi figli, uno dei quali è andato a Londra per un certo periodo. Come hai considerato questa sua scelta ?
Io ho valutato positivamente la scelta di Domenico, non posso dire che altrettanto abbia fatto mia moglie. Ha lavorato e vissuto da solo è stato un aspetto positivo. Se un ragazzo fa una scelta del genere, rinunciando ai “confort” che ha in famiglia, dimostra già carattere. Il fatto che sia rimasto per sette/otto mesi, non mi ha sorpreso; è risultata una sfida per lui stesso che è riuscito a portare avanti. Sicuramente la sua scelta è stata dettata dal fatto che non è soddisfatto del modo di vivere nel paese. Mi domando : cosa offre Striano oggi ad un ragazzo di venti anni ? In questo paese, eccetto il calcio, non c’è più niente! Il fatto che io sia ancora qui chiarisce che io non sono pessimista di natura e mi impegno al massimo per restare nel mio paese; non è facile dare una risposta ad un ragazzo che ti chiede cosa poter fare a Striano. Quel giorno che si dovesse “fermare” Gigino Corrado con la sia scuola calcio, i bambini, cosa faranno, dove andranno? Quindi se andiamo a valutare quello che abbiamo nel nostro paese, direi che abbiamo molto poco. Il politico dovrebbe ascoltare il paese, appuntarsi ogni cosa e poi cominciare a fare un programma.
Io non riesco a capacitarmi del fatto che in vista di tanti eventi che riguarderanno Striano, tipo la stazione dell’alta velocità, la zona industriale,la centrale fotovoltaica, ecc … non si siano convocate le forze imprenditoriali locali per creare una sinergia ed affrontare al meglio questi appuntamenti . E’ proprio così ?
Zero! Nessuna convocazione o coinvolgimento! Farebbe piacere un’iniziativa simile, ma nulla di tutto questo è avvenuto. Non c’è ascolto o coinvolgimento. Ci tengo a precisare che non dobbiamo essere soltanto noi imprenditori ad essere ascoltati, ma tutti i cittadini. Sarebbe bello ritrovarsi coinvolti,ma Striano a parte le sagre che si tengono da giugno a settembre, non si fa null’altro; praticamente qui si vive due mesi e mezzo, poi gli altri mesi sono di letargo!
Sono queste le considerazioni che ti hanno tenuto lontano dalla politica?
Questa non è politica! Non è la politica che immagino io! Io quando faccio una cosa cerco di portarla a termine al centouno per cento, ma nella situazione attuale non c’erano i presupposti.
Visto che credi in una nuova politica a Striano per cambiare lo stato di cose stagnante, perché non hai provato ad interessarti all’attività del Civico34, nuova associazione politico/culturale presente sul territorio?
Il Civico34 è una nuova realtà che sta cercando qualcosa di diverso per il paese, quindi bisogna solo elogiarli. Vedo che sono abbastanza determinati, però credo che il paese non li meriti ancora. Guardo con attenzione a questa nuova realtà. Perseverano e sanno quello che vogliono; questo è sinonimo di forza. La cosa che fa pensare è che alle scorse elezioni tutti volevano il nuovo, tutti volevano il Civico34, ma alla fine hanno votato il vecchio! Ribadisco che, se si vuole cambiare, non c’è più spazio per le parole dette il giorno prima e smentite il giorno dopo! Voglio dire una cosa che non ho mai detto a nessuno …
Ti ascoltiamo con attenzione …
Forse sono arrivato alla conclusione che il paese non mi merita! Non potrei mai accettare di confrontarmi con una persona che il giorno prima mi dice una cosa ed il giorno dopo il contrario e quindi mi son detto che non posso fare politica in questo paese. A confrontarmi in determinate situazioni mi son sentito il brutto anatroccolo, ero fuori da ogni logica.
Se il paese non merita nè Alfonso Serafino, nè il Civico34, qualcosa vi accumuna, quindi non è da scartare un’intesa futura, una tua diretta partecipazione all’attività del Civico34?
Il tempo deciderà ! Le basi per intenderci ci sono. Io spero solo che a Striano si smetta di vivere in una grande commedia. E’ il momento di individuare dov’è il marcio ed affrontarlo con tutte le proprie forze, senza prendersi in giro tutti. Il timore è che prima che avvenga ciò, noi perdiamo tanto altro tempo e tanto altro terreno, rispetto ai paesi circostanti che ci avranno surclassati. A me fa male constatare un confronto impari con miei concorrenti presenti nei paesi limitrofi, nonostante non abbiamo le conoscenze e le competenze opportune; non sarebbe arrivato il momento di dare a Cesare quel che è di Cesare?
Ti lasciamo, come è fare solito con i nostri interlocutori, la possibilità di chiudere questa chiacchierata. A chi senti di rivolgerti e per dire cosa?
Mi rivolgo al sig. sindaco Antonio Del Giudice. Credo che lui possa fare tanto, può e deve pretendere di più dai suoi collaboratori. Non so fino a che punto lui riesca a controllare tutto, ma sono certo che tutte le cose che vengono eseguite in questo paese, devono essere controllate! Più fiato sul collo a tutti quelli che esercitano nel paese, a tutti i livelli, a partire dai dipendenti comunali e poi via via tutti gli altri. Se si è troppo morbidi, ognuno fa quello che vuole e si arriva allo sbando attuale. Il sindaco è a capo di un’impresa e lui deve controllare, altrimenti l’impresa fallisce! Se si è nel giusto non si deve temere di pretendere ed il sindaco deve pretendere!
Intervista realizzata lunedì 19 luglio 2010 presso gli uffici di Arredamenti Serafino in via Palma Striano.