Intervista del 7 giugno 2008
Ha accettato la nostra proposta di essere ntervistato, su temi che, su sua richiesta, anticipatamente le abbiamo presentato. Visti i temi, perché ha accettato la proposta del sito Strianomavero.it? Come la giudica?Padre Michele Fusco. Ho accettato questa iniziativa perchè essendo parroco ritengo di poter contribuire alla interazione tra le istituzioni ed il popolo, perché io mi sento uno del popolo. L’iniziativa di promuovere la conoscenza, di far sapere, è di sicuro positiva. Diciamo pure che molte volte si agisce male perché non si conosce. E’ un dovere contribuire ad iniziative simili, anche se già lo faccio quando assolvo le mie funzioni di parroco, ma è giusto che per i giovani ci sia una attenzione particolare.
S. Quante interviste ha effettuato nella sua vita?
P. Non ricordo; ma di questo tipo pochissime. Sono contento perché molte volte insegnando sia al Masullo” a Nola, sia successivamente a Striano, mi sono ritrovato più volte a collaborare con i giovani anche attraverso alcune associazioni giovanili. Non nascondo che rivivo anche la mia gioventù, in questo tipo di iniziative.
S. Cosa si aspetta di trasmettere a chi avrà modo di leggere delle sue opinioni attraverso il nostro sito?
P. Una speranza che si può andare avanti senza delusioni, anche se siamo un po’ tutti abbattuti.Oggi giovani sono un po’ scoraggiati, perché non vedono un futuro, una stabilità. Questo può essere considerato uno sprone a sperare ed a combattere giorno per giorno.
S. Don Michele o Padre Michele; come preferisce che la chiamino i suoi parrocchiani?
P. Frà Michele, perché sono stato Francescano conventuale. Comunque preferisco Padre a Don.
S. Chi era Michele Fusco prima di divenire un esponente del clero?
P. Un giovane come tanti altri; dopo l’avviamento sono entrato in semnario dai frati minori conventuali, dove ho vissuto la mia gioventù in un clima di fraternità, anche se non posso nascondere di essere stato un po’ ribelle e un po’ contestatore, sempre nei limiti; ho frequentato inoltre il Ginnasio a Portici e poi il Liceo a Sant’Anastasia.
S. Quali erano i suoi hobby da adolescente?
P. Il calcio. Forse ero un buon centravanti o anche ala destra, ed essendo magrolino riuscivo ad incunearmi.
S. Ci evidenzia i tratti comuni tra l’ adolescenza della sua generazione e l’adolescenza attuale?
P. Esistono tratti comuni. Uno di questi può essere il non fermarsi mai, avere sempre una speranza, anche se molte volte le istituzioni ci fanno perdere questa speranza, ci abbattono. Ora come allora si è presi dall’intraprendenza; una valida testimonianza è la vostra presenza qui, anche se giovani non si è più, c’è la voglia di aggregarsi per essere propositivi.
S. La sua parrocchia attraverso l’opera dell’ACR è da anni vicina alle giovani generazioni,coinvolgendole in numerose iniziative. Quale secondo lei il fine prioritario di questa associazione?
P. Non soltanto l’azione cattolica, ma abbiamo anche altre associazioni, come i catecumenali ed i giullari che sono nati da qualche anno e sono presenti nella nostra parrocchia. L’aggregarsi è anche un modo per dare alle persone un obiettivo, invece che vagare senza meta, come spesso vedo fare ai giovani nella villa comunale. L’iniziativa del sito strianomavero è ottima e grazie ad internet permetterà alle persone di confrontarsi. Spero che nascano altre iniziative come questa, per favorire la comunicazione, ma non soltanto a livello mediatico, ma anche di contatto personale.
S. Come giudica il rapporto tra la chiesa e le nuove generazioni? Esiste un distacco maggiore rispetto al passato?
P. Se parliamo del nostro ambiente un po’ di distacco lo si è riscontrato, anche se chi è all’interno si prodiga comunque, infatti alcuni nostri rappresentanti andranno a Sidney con il Papa. Uno scollamento vi è stato, ma con l’Azione Cattolica ed altri gruppi associativi stiamo cercando di convergere, per poter coinvolgere un maggior numero di persone.
S. Elemento fondamentale per la crescita dei giovani dovrebbe essere l’istruzione scolastica. Secondo il suo parere, la scuola oggi recita ancora il ruolo di una volta?
P. Non è più come una volta. I mutamenti ci sono stati. Credo che oggi l’insegnante sia passato in secondo ordine. Oggi un insegnante che vuole richiamare o rimproverare un alunno ci deve pensare due volte; questo è il frutto di una libertà non guidata. Non mi ci ritrovo più con questa scuola che ha perso quella autorità morale, non costrittiva, non punitiva, ma quella autorità che anche nel dialogo permette di identificare i ruoli. Oggi l’insegnante è una figura che ha perso di carisma.
S. Ma la scuola a Striano, quanto si integra con il territorio?
P. Anche su questo fronte si sta tentando una valida integrazione, perché la scuola a Striano ha vissuto fasi un po’ particolari. Il preside Mancusi essendo stato a Striano per molti anni è riuscito a dare un’impronta, ma dopo di lui, anche tragici eventi come la morte del Prof. Apicella ed un susseguirsi di dirigenti, hanno dato meno continuità di risultati, perché si è creata una sorta di scollamento che ha influito anche con l’interazione con il territorio. E’stato spiacevole constatare che nel passato alcuni studenti, delle scuole medie inferiori, hanno preferito la scuola della vicina Sarno alla nostra scuola; per uscire da questo periodo di difficoltà la Chiesa darà il suo contributo. Prima la continuità garantita dal Preside Mancusi ci ha permesso di toglierci notevoli soddisfazioni anche sul territorio nazionale. Adesso si traballa un po’, ma c’è la speranza di recuperare.
S. ·La qualità del servizio offerto dall’istituzione scolastica, quanto è condizionata dalle attitudini dei docenti e quanto dalla disponibilità di strutture?
P. La struttura incide molto. I tagli dei fondi alla scuola e soprattutto la riduzione dei fondi rivolti ai giovani, hanno inciso molto. Diciamo pure che in molti casi la scuola è stata un po’ considerata una cenerentola e tali scelte si ripercuotono ovviamente sulla qualità del servizio fornito. A Striano qualcosa esiste, infatti abbiamo la palestra, i computers, ma ciò non deve bastare. Direi infine che anche noi insegnanti non siamo al passo con le nuove tecnologie che incalzano di anno in anno.
S. Un altro tema di assoluto interesse, a cui molto spesso si dedica poca attenzione, è il conflitto generazionale. Spesso, e soprattutto al Sud, dove la convivenza di genitori e figli sotto lo stesso tetto dura più a lungo, si evidenzia una divergenza di vedute e comportamenti sempre più radicale. Cosa c’è alla base di questa distanza tra genitori e figli? In tutto ciò i mass-media hanno la loro responsabilità?
P. Sicuramente i mass-media hanno la loro grande responsabilità. Oggi il genitore ha perso l’autorità. Il liberismo evidenziato dai mass-media ci ha condotto ad una carenza di regole. Molte volte i giovani si scagliano contro coloro che meriterebbero riconoscenza, “venerazione”, persone grazie alle quali si è al mondo. Chi ti ama, ti corregge. Un genitore corregge non per sadismo o masochismo, ma corregge per amore. I mass-media non guidati, non illuminati, quelli che cercano l’immediatezza delle cose, rappresentano la cultura dell’usa e getta. Oggi chi è che va avanti? chi sfonda? Forse chi ha avuto una guida più ferrea.
S. Quando si parla del Sud, sembra scontato associarvi, ancora oggi, la questione meridionale. Ci troviamo ancora a discutere di problematiche nate ai tempi del latifondismo, anzi, visti i fatti recenti il Sud oggi sembra essere considerato sempre più una zavorra. Quale è la sua opinione in merito?
P. Dobbiamo investire un po’ tutti, anche come Chiesa. Bisogna investire concretamente, ma quando io ha fatto queste proposte sono stato anche considerato un “illusionario”. Io ho una ricetta che potrebbe apparire irraggiungibile : se ognuno di noi contribuisse minimamente, anche con un contributo economico, seppur minino, per esempio un operaio che non ha spese di trasferta, con cinquanta euro in un mese e gli imprenditori, penso a Falco, Giulio Gerli, Biagio Pellegrino, contribuissero con la loro parte, credendo tutti nello stesso obiettivo, potremmo investire in strutture e risorse di cui beneficerebbero un po’ tutti.
S. Ma la Chiesa rispetto a questo sud che sprofonda, secondo lei, anche nel nostro paesino, non dovrebbe agire con maggiore determinazione, ponendosi in prima linea rispetto a problematiche ormai radicate nei secoli?
P. Io ho parlato ultimamente con il Sindaco per rompere certi schemi, per poter credere in un rilancio, per poter sognare. Io mi sono proposto provocatoriamente per istituire una quarta lista alle scorse elezioni; una lista che parlasse di amore e condivisione. Così come esiste una banca etica, il mio sogno sarebbe creare un banca del territorio, che goda del contributo di tutti i cittadini , per poter rendere possibile a tutti di beneficiare di uno sforzo comune. Non si ci può disinteressare degli altri se si è cristiani, io voglio sognare ancora, dobbiamo crederci. Io come Chiesa e gli altri, cosa abbiamo fatto per evitare che qualcuno si allontanasse da questo paese e lontano da casa, ha abbandonato anche la vita terrena perché coinvolto in disgrazie?
S. Quanto fa comodo avere una parte della nazione che arranca continuamente ed inesorabilmente? Di chi è la responsabilità maggiore?
P. Di tutti noi; anche di tutti noi che abbiamo avuto la responsabilità di guidare e che non siamo stati sempre impeccabili nel nostro operato. Gli sprechi sono stati notevoli; dobbiamo acquisire il dono della ponderatezza. La Chiesa ha avuto sempre una coscienza critica, in questo caso posso dire che le responsabilità maggiori sono da attribuire a quei rappresentanti di governo che hanno agito nel torbido. Anche nel nostro paese dobbiamo vergognarci di alcuni scempi, ad esempio la scuola materna che siamo stati costretti a costruirle due volte; la palestra vicina al campo sportivo totalmente abbandonata. Questi sono esempi di sperpero di soldi. Non ultima la questione della 219 che rischia di essere demolita, dopo aver speso miliardi, a causa di incompetenze politiche. Come si può pensare di costruire prima le strutture e poi le vie di accesso, per poi doversi confrontare con delle difficoltà oggettive e talvolta anche sfregiando terreni di cittadini. Si costruiscono delle isole dove non si può neppure accedere, è questo lo scempio. Anche la burocrazia danneggia il rilancio di questi paesi. Porto ad esempio, un episodio che mi è capitato tempo fa: provai a chiedere al comune un permesso per costruire su di un suolo di una persona che aveva bisogno di assistenza, per poter creare un centro sociale di cui potessero beneficiare tutti i cittadini; il sindaco di allora, quando il comune si trovava in altra sede, snobbò la mia proposta. Negli anni 1986/87 avevo inoltre proposto di organizzare la navigazione del fiume Sarno, con dei barconi che avrei provveduto a fornire, per potere anche garantire la riqualificazione dell’area. Allora presi spunto da un mio viaggio a Cambridge dove vidi delle barche che navigavano in mezzo metro d’acqua. Anche in quel caso nulla fu fatto.
S. Questo continuo arrancare, il doversi arrampicare sugli specchi, induce molti giovani a lasciare questa terra, andando in cerca di fortuna. Ha un’idea del numero di giovani che hanno lasciato Striano?
P. Sono molti ma non ho una percentuale. La parrocchia è vicina anche a questi disagi e cerco di coinvolgere sempre più le associazioni rispetto a questo problema.
S. Si parla sempre più di lavoro precario. Di recente il governatore della Banca d’Italia, Draghi, nella sua ultima conferenza stampa ha ipotizzato maggiore flessibilità del lavoro durante l’intero arco della vita lavorativa, chiedendo però un maggiore intervento degli ammortizzatori sociali. Subito è partito un plauso da parte di tutti i politici ed ovviamente degli imprenditori. Insomma riassumendo, meno rischio d’impresa e più Stato. E’ questa la soluzione per un rilancio socio-economico di un’Italia vicina alla stagnazione?
P. Anche questa può essere una soluzione, se affiancata da altre iniziative rivolte a garantire maggiore sicurezza del lavoro e una maggiore stabilità familiare.Per ottenere dei risultati però bisogna crederci.
·S . La disoccupazione purtroppo, induce a delinquere. Che idea ha dei giovani che delinquono?
P. Sono ingannati. Io ho detto dall’altare che per ogni difficoltà la chiesa è sempre aperta. Evitiamo di creare dei basisti per altra gente di paesi vicini. Il guadagno facile non conduce a nessuna meta. Chi delinque sul nostro territorio è manovrato da altri; il nostro sembra un ambiente calmo, tranquillo, ma sotto sotto, molti stanno approfittando di questa quiete. A Striano non abbiamo mai avuto amministrazioni forti che hanno combattuto questo male sotterraneo, nonostante lei mie frequenti denunce dall’altare. C’è la necessità di creare una sinergia tra noi e le istituzioni per evidenziare questi mali. A mie denunce, qualcuno mi ha anche invitato a farmi i fatti miei.
S. ·La criminalità organizzata miete vittime in ogni modo ed in ogni luogo. Un rappresentante della Chiesa, Don Peppino Diana, fu trucidato dalla camorra nella sacrestia della chiesa di San Nicola di Bari a Casal di Principe, paese ancora oggi tristemente noto … come ricorda questo tragico evento?
P. Come dicevo prima, noi non possiamo starcene a guardare. Noi dobbiamo denunciare per il rispetto della persona umana la quale merita maggior rispetto. Quando sappiamo di persone sottomesse, plagiate, abbiamo l’obbligo di dover intervenire a costo anche di pagarlo di persona. Don Peppino Diana è un martire, perché ha dato un esempio, ci ha insegnato a non cedere all’omertà. Io ho fatto sempre pressioni verso i politici perché prima di tutto ci sia il rispetto per la persona, che essa sia un giovane, un anziano, un bambino, se manchiamo in questo è ovvio trovarsi in una crisi del genere, perché prima degli interessi comuni, vi sono gli interessi personali o di fazioni.
S. Striano per un periodo è stata flagellata da furti in appartamento. Quale è la sua idea rispetto a questi fenomeni incresciosi che hanno leso la libertà di intere famiglie fin dentro le mura domestiche? Gli organi preposti, secondo lei, hanno profuso le energie opportune per far fronte a questi crimini, di cui ancora oggi, anche se con più sporadicità, si sente comunque parlare?
P. Io ho denunciato questa situazione e ripeto che siamo manovrati da persone esterne. Le istituzioni rispetto a questo problema avrebbero potuto fare molto di più ed è per questo che dobbiamo organizzarci. Non dico di dover prendere esempio dalle ronde dei leghisti, ma dobbiamo organizzarci. Se noi dessimo un contributo economico a tre o quattro persone, potremmo permettere a queste di sorvegliare il paese. A Striano sono venuti a mancare il gruppo cinofili ed il personale della stazione dei carabinieri, ma mi chiedo: chi controlla il territorio la notte? Istituendo un gruppo di persone che sorvegli il territorio significherebbe creare un deterrente, anche se il problema magari non viene totalmente risolto. Ripeto ancora e non ho paura a fare nomi, qui siamo manovrati da Bosco. Per quanto riguarda la delinquenza di albanesi, rumeni, dobbiamo intervenire fin dall’inizio. La Caritas è stata più volte vicina a queste persone, ma adesso verso persone che vengono qui per delinquere bisogna essere duri, perché anche questi sono manovrati da altri. Per un certo periodo si usavano addirittura messaggi in codice per identificare le case da colpire e quelle in cui non bisognava ficcare il naso. Creare un deterrente credo possa essere importante. Se le forze dell’ordine che devono prevenire sono poche, che vengano intensificate.
S. Quindi lei ci sta denunciando una sconfitta dello Stato?
P. Ma lo Stato dove prende questi fondi ? Si sta tagliando in ogni settore; per questo che già si ricorre ad organizzazioni di vigilanza; ma queste da chi sono state volute? Non certo dallo Stato. Si sono legalizzate delle associazioni che controllano il territorio, un po’ come le banche che sono usurai legalizzati.
S. Spesso il crimine viene collegato all’immigrato o extracomunitario. Il nuovo governo ha quasi bandito i clandestini. Si può ritenereancora possibile l’integrazione in Italia, anche a seguito di atti filo xenofobi?
P. L’integrazione deve partire anche dall’aspetto religioso. Se non si tiene conto della religione di appartenenza di ogni individuo, è difficile l ’integrazione. In tempi non sospetti qui a Striano, abbiamo tentato un’ integrazione con i musulmani e siamo stati tra i primi, insieme a Giovanni Boccia, a tentare questo cammino. Misi a disposizione una struttura, perché queste persone potessero riunirsi il venerdì e ricordo che provvedemmo anche a rimuovere il crocifisso. Non ho mai visto persone di diversa fede in quella struttura, ma lì ho visti soltanto quando c’era da ricevere dei doni. Avremmo anche voluto prendere atto delle loro problematiche di integrazione che fossero venute fuori dalla possibilità di riunirsi in quella sede ed avremmo voluto contribuire a risolvere eventuali momenti di difficoltà. Dove c’è da accogliere è bene che si faccia, ma quando si delinque bisogna essere duri. Che si parta da un confronto tra le fedi, per orientarci verso strade comuni. La fede ci orienta, ci fa riflettere, ci fa pensare e ci fa anche essere solidali.
S. La sua è da prendere come una forte provocazione, visto che la maggior parte dei conflitti nel mondo si basano sulla diversità di fede? Israele ne è un esempio .
P. Gli scontri nascono perché i capi, chi governa, non sono illuminati. Se prendiamo ad esempio il presidente dell’Iran, Ahmadinejad, è da considerarsi fuori di senno, perché Israele, la religione ebraica, è molto più antica di altre religioni ed è impensabile voler estirpare un popolo eletto da Dio. E’ un assurdo ipotizzare prepotenze simili, significa lottare contro l’assoluto. In nome di Dio non si possono fare guerre, anche la Chiesa ha fatto i suoi errori, penso alle Crociate. Non vogliamo mica tornare alla “guerra dei sei giorni” del 1967Dio è amore e non può esserci negatività. E’ giusto tentare l’integrazione nel rispetto delle fedi.
S. Il Cardinale di Napoli, Sepe, pochi giorni fà ha dichiarato che Napoli vive un periodo di palese difficoltà, ma ha aggiunto, e le riportotestualmente: “ addà passà a nuttata”. Esiste un filo conduttore tra Striano e la Napoli di oggi?
P. La nuttata passa, ed è quello in cui noi crediamo. E’ possibile vedere l’alba di un nuovo giorno. Se noi, come il Cardinale, siamo mossida una forza interiore, è perché abbiamo il dovere di credere in una speranza, perché quello che è impossibile all’uomo, non è impossibilea Dio. Insieme possiamo farcela, anche a Striano. Penso alla Banca Etica che è un valido esempio da seguire.
S. I cittadini attraverso le ultime votazioni tenutesi a Striano, hanno evidenziato una volontà di cambiare? Quali esiti ha avuto questo cambiamento?
P. Nessun esito e me ne duole. Troppo arrivismo, troppa presunzione e ciò l’ho dichiarato anche pubblicamente. Ma dobbiamo fare nomi? Ma di quale cambiamento dobbiamo parlare? Purtroppo molti giovani hanno idee vecchie e molti “vecchi” che hanno idee giovani, non hanno l’età per mettersi in discussione. Se a Striano non posponiamo il bene personale al bene comune, non si farà mai nulla, non illudiamoci. Sono da venticinque anni qui e conosco bene come stanno le cose. A neppure un anno dalle elezioni si è arrivati ad una situazione imbarazzante.
S. ··A distanza di una anno il primo cittadino ha “scomunicato” i suoi fedelissimi ed ha rimescolato le carte attingendo rispettabilissimi tecnici a destra ed a manca, a dispetto della volontà del popolo sovrano. Cosa è la politica oggi a Striano?
P. Io rispetto come persona, le scelte che fa il Sindaco, ma non le condivido, perché non può essere una valida giustificazione non voler far arrivare il commissario. E’ impensabile che due o tre persone dell’attuale maggioranza provengano da altre liste, è un assurdo che non esiste nè in cielo nè in terra, secondo il mio parere. La scelta di voler tamponare, lascia il tempo che trova e di questo ne beneficia anche la delinquenza, perché si infiltra in un tessuto disunito. Perché si vuol tenere ancora in piedi questa situazione, forse perché qualche interesse personale deve essere ancora approvato, prima che arrivi il commissario? Mi chiedo ad esempio il perché di un mercato così fiorente nella vendita delle auto incidentate, in un paese così piccolo sarebbe quasi ingiustificato. Essendo un’appendice della provincia di Napoli spesso siamo dimenticati dalle istituzioni e risultiamo terreno fertile per altre attività. A Striano due o tre latifondisti hanno acquisito il monopolio aumentando i prezzi delle case a dismisura, ancora un po’ e costa più acquistare una casa a Striano che a Napoli, Sorrento o Roma. Perché la politica non è attenta a questo? Perché le amministrazioni hanno favorito questi scempi e storture ? Oggi si è schiacciati da chi ha i soldi, l’economia sta prendendo il sopravvento sulla persona.
·S.·Un’altra posizione opinabile è quella dell’assessore Coppola, che ha difeso a spada tratta l’opera nel sociale, definendola nobile e di assoluto interesse per la collettività, facendone il cavallo di battaglia in campagna elettorale, ma poi è finito per essere il “reggente” dell’assessorato ai lavori pubblici. Perché secondo lei questo salto di competenze?
P. Posso risparmiarmi questa risposta? La domanda si commenta da sè. Precedentemente abbiamo avuto tanti fautori del sociale, adesso è difficile trovare referenti locali, anche nella stessa amministrazione.
S. Le confido una cosa: la prima intervista, come logica vuole, l’avevamo prevista con il Sindaco di Striano, il Cav. Biagio Pellegrino, perché primo rappresentante del nostro comune. Un “corteggiamento” durato circa un mese, che non ha avuto esito positivo, visti gli imbarazzi a cui il Cavaliere Pellegrino è stato sottoposto negli ultimi tempi. E’ proprio vero che la politica è sempre più distante dai cittadini?
P. Vi ringrazio di questa domanda e dico che abbiamo paura di esporci. Questo, purtroppo, manifesta un po’ quella che è stata la figura del Sindaco a Striano fino ad ora. Una persona non sostenuta dai suoi che non avrebbe avuto modo di approfondire nulla di particolare in un’ intervista. Con chi avrebbe dovuto prendersela? Di chi avrebbe dovuto parlare? E’ scomodo ritrovarsi nei suoi panni.·
S.·Se lei dovesse dare un premio ad un sindaco di Striano. A chi lo consegnerebbe?
P. Lo darei a me stesso. Sicuramente a Carmine Risi, anche mio padrino, andrebbe data una nota di merito. Dico ciò perché non ho mai visto una persona davvero eccellente che sia stata in grado di dare una svolta. Non mi si consideri presuntuoso, addirittura qualcuno scherzando mi aveva anche proposto di lasciare la parrocchia per dedicarmi alla politica. Tornando seri, forse un merito andrebbe dato a quelle persone che pur non essendo sindaci, hanno lavorato in silenzio ed hanno fatto qualcosa di costruttivo. Un esempio potrebbe essere il preside Mancusi. Se anche con l’iniziativa di strianomavero, si riuscisse a creare un motivo di confronto, si è già contribuito alla crescita di questo paese. Ma cosa può essere preso ad esempio come cambiamento a Striano? Se solo prendiamo la vicina San Valentino Torio, il discorso è diverso. A parte il fatto che San Valentino Torio fa parte della provincia di Salerno e gode di maggiore considerazione, mentre noi siamo abbandonati sia dalle istituzioni provinciale e regionali, ma è evidente che San Valentino gode di un notevole cambiamento anche perché si è investito nelle strutture a favore dei cittadini. A Striano cosa abbiamo fatto? Abbiamo soprattutto sprecato soldi pubblici. Ma una svolta, anche di natura culturale, Striano quando l’ha vissuta? Si è cercato di aprire circoli culturali, ma sono spariti dopo poco perché fuori dal contesto territoriale. Molte volte i circoli culturali sono divenuti anche nuove alleanze politiche per tentare un cambiamento, ma si è finiti in un fallimento. Perché non esiste un circolo dove un gruppo di giovani universitari e non, si riuniscono? La risposta è semplice: non si saprebbe con chi competere, visto che oggi contano più i voti che le idee e le persone. Alcuni illustri professionisti si sono proposti perché avevano una sequela di voti, ma poi, dove sono finiti?
S. ·Ci dice a che punto sono i lavori per la casa canonica?
P. Stiamo gestendo fondi esigui anche se gli amministratori si sono impegnati pubblicamente ancor più di quanto già fatto. La struttura è da ultimare, per il momento abbiamo fatto lo scantinato ed il pian terreno, speriamo di fornire presto alla popolazione una struttura che possa essere un luogo di integrazione ed incontro. Spero di poter ultimare una struttura di cui tutti i cittadini saranno comproprietari e corresponsabili di un bene comune.
S. Ci permette di aggiungere una nota di colore a questa chiacchierata? Si dice che lei è un intenditore dell’arte culinaria : ci consiglia un vino da intenditori?
P. A me piace stare insieme agli altri, cucinare… diciamo che gradisco un vino forte, duro, vi consiglio un aglianico.
·S. Al termine di questa chiacchierata, confida nel fatto che altri seguano il suo esempio, accettando il nostro invito a confrontarsi in una sincera chiacchierata?
P. A me interessa il popolo e le nuove generazioni. Se uno si sente di contribuire anche attraverso queste iniziative al bene comune, non potrà sottrarsi ad iniziative simili. Io qui sono il rappresentante del vescovo e non devo avere paura di compromettermi, anche quando parlo dall’altare non ho paura di essere sincero. E’ stata una piacevole chiacchierata ed assolutamente costruttiva che può indurmi anche ad un maggior confronto con la realtà di Striano. Anzi aggiungo, se dovessero pervenirvi critiche o appunti a quanto da me dichiarato, sono assolutamente disposto a confrontarmi e mettere in discussione quanto detto, anche al cospetto di persone che ritengono di conoscere la nostra realtà meglio del sottoscritto. Non sono bendato come un asino. Anche questo è un momento di crescita.
Grazie e buona messa!!!
Intervista realizzata il 7 giugno 2008 presso la Parrocchia S. G. Battista di Striano